L'ispirazione...

UNO SPAZIO CHE CI PERMETTA DI RIMANERE CENTRATI, UN GIARDINO CHE POSSIAMO PROGETTARE COME CI PARE, CIASCUNO IL SUO. Qualcuno metterà solo piante grasse, che richiedono poca cura, altri orchidee che invece richiedono un’annaffiatura giornaliera, qualcun altro piante aromatiche per perdersi nei profumi o fiori di campo, per esaltarsi con i colori. Uno spazio non sempre identico a se stesso, che cambia a seconda delle stagioni, che ci obbliga a progettare, a futurizzare cosa vorremmo “poi”, a curare noi stessi, a non prendere la vita così come viene.
(U. Telfener
http://blog.iodonna.it/umberta-telfener/2013/10/07/coltivare-il-proprio-giardino)

martedì 1 marzo 2016

Family affairs: questioni di famiglia

Il tema della famiglia spopola nelle ultime settimane a seguito del dibattito politico sulla Legge Cirinnà. La mia intenzione non è soffermarmi sulla formula legislativa ma puntare uno sguardo su diverse condizioni di amore familiare rappresentato nelle diverse sfumature in cui la vita lo interpreta. Si tratta di citazioni che hanno raccolto consensi e apprezzamenti a vario titolo, probabilmente anche da chi ora si schiera a favore di un modello famigliare stereotipato dal secolarismo. 
Sai, alcuni genitori vanno d’accordo molto di più quando non vivono assieme. Non litigano tutto il tempo e possono diventare persone migliori. Papà e Mamme migliori per voi. Qualche volta possono tornare insieme. E qualche volta no, mia cara. E se questo non succede non dartene la colpa. Solo perché non si amano non significa che non amino te. Ci sono molti tipi di famiglia, Katie. Alcune famiglie hanno una mamma, altre hanno un papà, o due famiglie. Ci sono bambini che vivono con la loro zia o il loro zio. Alcuni vivono con i loro nonni, e alcuni bambini vivono con genitori adottivi. Alcuni vivono in case e quartieri diversi, in diverse zone del paese. Possono non vedersi per giorni, settimane, mesi o anche anni qualche volta. Ma se c’è l’amore, mia cara, è quello il legame che unisce. E tu avrai per sempre una famiglia nel tuo cuore (Mrs. Doubtfire, 1993)
I legiferanti possono scegliere quale tipo di famiglia riconoscere, invece chi nasce da due genitori eterosessuali e sposati secondo l'ordinamento nazionale non può scegliere come si svilupperà, modificherà il suo nucleo famigliare: separazioni, divorzi, abbandoni, morti... che fortemente influiranno sulla sua formazione.
È molto difficile cancellare i segni profondi che gli avvenimenti hanno impresso sulla nostra anima. Siamo il frutto del nostro passato, siamo la vita stessa che ci è cresciuta dentro come il fusto di un albero con i colori, i profumi e le imperfezioni che i venti e le piogge hanno fissato per sempre sulla sua corteccia (R. Battaglia, Silenzio, 2005)
La famiglia d'origine non si può scegliere, al massimo sono i genitori a decidere di non volere più il proprio figlio, a optare per la carriera relegando la sfera affettiva della propria vita al weekend.
E mentre ci occupiamo seriamente dei rapporti professionali, guardiamo con leggerezza ai legami profondi, le vere radici della nostra personalità [...] mentre i rapporti superficiali possono essere sostituiti con facilità, quelli profondi ti lasciano un immenso vuoto. Molte depressioni nascono da questo vuoto, dalla solitudine che esso genera (F. Alberoni, Legami, Corriere della Sera 12 gennaio 2009)
La costruzione di una famiglia credo sia l'impegno più difficile da mantenere, è ricco di compromessi, di incomprensioni quante sono le anime che ruotano in un sistema di rapporti sempre più articolato e complesso. L'affermazione della donna nella società ha ridefinito il suo ruolo e anche il suo peso nel ménage familiare. L'allungarsi della vita vede sempre più nonni presenti e attivi nel supporto all'organizzazione famigliare, in particolare per alleggerire le giovani coppie dalle spese degli asili nido, per soccorrere queste nuove economie domestiche che faticano a rimanere a galla. Credo che il più grande aiuto dei nonni sia rimpinzare le tasche d'amore, soprattutto quando nella famiglia manca qualcosa o qualcuno.
Ai tempi di mia nonna non si buttava via niente. Nemmeno l’esperienza.
Un bacio era una cosa rara nella vita di una persona e veniva custodito come un tesoro. Il dolore si conservava gelosamente per non dimenticarlo. E da quello si imparava. Adesso calze, dolori e baci, consumiamo tutto, rompiamo tutto, ci disfiamo di tutto. (M. Serrano, Il tempo di Blanca, 2002)
A volte, poi i genitori si disfano dei figli e non si tratta sempre di abbandono definitivo; a volte è un ricorrente negare se stessi e il proprio tempo. Penso ad una scena del film "In viaggio con papà" (1982), quando Armando (Alberto Sordi) riporta il figlio Tiziano (Carlo Verdone) alle ex moglie con uno scambio di battute significativo riferito al figlio
Armando: "è un moralista, è peggio di un prete; a te, a me non ammette niente, né fumo, né alcol, né sesso... insomma, è un tormento, mi sta rovinando la vacanza"

Moglie: "Insomma, vieni al sodo, che cosa intendi fare?"
Armando: "E che intendo fare, mi sembrava una buona idea lasciare Tiziano qualche giorno qui, infondo tu sei la persona più adatta per parlarci"
Moglie: "Ho capito, siccome sta rovinando le vacanze a te, lo lasci a casa mia così le vacanze le rovina a me"
Figli che devono elemosinare l'attenzione e quindi l'amore (almeno dal loro punto di vista) dei propri genitori? Possiamo emendare questa ingiustizia?!?!

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